lunedì 28 gennaio 2013

La casta dei pendolari


Vorrei esprimere tutta la mia solidarietà all’influenzata Barbara D’Urso che, tossendo e starnutendo in un video assai condiviso su Internet, si scaglia con la forza di cento raffreddori contro Trenitalia, colpevole di non averle ancora spedito la tessera di platino che le consentirebbe di attendere il treno al calduccio della sala vip invece che sul marciapiede della stazione, in balia di refoli gelidi come sorbetti. Una vergogna. Tanto più - e la conduttrice ci tiene giustamente a sottolinearlo - che l’aggressione batteriologica di cui Trenitalia è complice con la sua ignavia va a colpire un organismo già fiaccato da cinque ore al giorno di diretta pomeridiana. Una minaccia costante per il fisico, sottoposto al continuo logorio dei casi umani.  

Si consoli, la signora: sono i costi della celebrità. Solo le persone comuni hanno la possibilità di percorrere ogni giorno delle tratte come la Bergamo-Milano (e ritorno, forse) con mezzi di trasporto che nulla hanno da invidiare alle suggestive locomotive a vapore. Stipati in vagoni che attingono al più ecologico dei riscaldamenti, l’alito, questi autentici privilegiati non conoscono malattie respiratorie né altre patologie della civiltà. Vivono in un microcosmo allietato dalla speranza: che domani il treno arrivi, o almeno che parta. Sono persone semplici, sane, felici. A volte appena un po’ furibonde, ma sempre con classe. Terza classe. In possesso di una speciale tessera di platino che le mette al riparo da un malanno ultimamente piuttosto diffuso: le cadute nel ridicolo.  

Tratto da: http://www.lastampa.it/2013/01/26/cultura/opinioni/buongiorno/la-casta-dei-pendolari-ubcsKk0pUNMlaTEpoSMpXO/pagina.html

domenica 27 gennaio 2013

Inter - Torino 2-2 * Il Pagellone

Gillet 6.5
  D'Ambrosio 6.5 Glik 6 Rodriguez 6 Masiello 6
Brighi 6 Gazzi 6
Cerci 6.5  Meggiorini 8.5 Barreto 6.5 Santana 6

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Giorno della Memoria

l Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
In questo giorno si celebra la liberazione, da parte delle truppe sovietiche dell'Armata Rossa, del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945.

La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz), scoprendo il tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.
In realtà i sovietici erano già arrivati precedentemente a liberare dei campi come quello di Chełmno e quello di Bełżec ma questi, essendo di sterminio e non di concentramento, erano vere e proprie fabbriche di morte dove deportati venivano immediatamente gasati, salvando solo pochi sonderkommando, che in italiano significa unità speciale.
Tuttavia, l'apertura dei cancelli ad Auschwitz, dove circa 10-15 giorni prima i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con sé, in una marcia della morte, tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa, mostrò al mondo non solo molti testimoni della tragedia ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati dai nazisti nel lager.
Il 27 gennaio il ricordo della Shoah, cioè lo sterminio del popolo ebreo, è celebrato dagli stati membri dell'ONU, in seguito alla risoluzione 60/7[1] del 1º novembre 2005.
In Italia gli articoli 1 e 2 della legge n. 211 del 20 luglio 2000 definiscono così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.[2] »
Nonostante questi stermini ci furono molte persone, ben 24.356, che aiutarono gli ebrei a sfuggire dalla morte che in seguito furono ufficialmente insignate dell'alta onorificenza dei Giusti tra le nazioni per il loro impegno a favore degli ebrei perseguitati durante l'Olocausto[3]. Tra le nazioni con il maggior numero di insigniti ci sono:

Tratto da:  http://it.wikipedia.org/wiki/Giorno_della_Memoria

giovedì 24 gennaio 2013

Consigli non richiesti a Monti

Mi rivolgo all’uomo, oltre che all’agenda. Uno statista come lei avrebbe potuto evitare di salire in politica e rimanersene al livello del mare, nel giardino dei senatori a vita, a cui una regola non scritta suggerisce di non sporcarsi il mantello nelle campagne elettorali. Oppure avrebbe potuto affrontare l’arrampicata in solitudine, con una compagnia selezionata fra le eccellenze italiane allergiche alla Casta.  

Voi del loden contro tutti: anche la sconfitta sarebbe stata un onore, l’inizio di qualcosa. Invece si è lasciato incastrare in una cordata di mestieranti, il gatto Fini e la volpe Casini. Due strenui difensori della famiglia, in particolare della loro, che bazzicano la politica da quando io andavo all’università e lei forse nemmeno ci insegnava.  

Prima che i tartassati della classe media tornino a rifugiarsi in massa sotto le insegne di cartapesta dell’astuto pifferaio, accolga qualche suggerimento tecnico. Rinfoderi quel tono asettico, a metà fra lo specialista in dispetti e l’analista fiscale. L’Italia non è una banca, anche se in tanti l’hanno rapinata. Metta la vita nelle sue parole, indicando un traguardo che sia una vittoria da sognare e non sempre e soltanto una sconfitta da evitare. Non ascolti il gatto e la volpe: con i voti della Chiesa non si diventa capi del governo, ma chierichetti. Ed eviti, se può, di correre il rischio di tutte le agende, che si usano un anno e poi si buttano.

Tratto da:   http://www.lastampa.it/2013/01/18/cultura/opinioni/buongiorno/consigli-non-richiesti-a-monti-7MalHhcCR76Ce3LL8Nx02O/pagina.html

domenica 20 gennaio 2013

Pescara - Torino 0-2 * Il Pagellone

Gillet 6.5
  D'Ambrosio 6.5 Glik 6 Rodriguez 6 Masiello 6
Brighi 6 Gazzi 6
Cerci 6.5  Meggiorini 6 Barreto 6 Santana 6.5

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giovedì 17 gennaio 2013

La bella Italia che non seduce gli italiani


così, dopo aver visitato la Roma dei Papi e il mondo esoterico di Leonardo, nel nuovo thriller di Dan Brown si passeggia tra le strade di Firenze e le pagine infernali di Dante. Dan Brown non sarà un maestro di stile, ma è un’autorità indiscussa in materia di fatturato. Se ogni volta mette l’Italia sullo sfondo dei suoi polpettoni è perché sa che l’Italia fa vendere in tutto il mondo. Non l’Italia di oggi, naturalmente, mediocre sobborgo d’Occidente come tanti altri. L’Italia del passato: le città d’arte del Rinascimento e l’Antica Roma. Gli unici due momenti della storia in cui siamo stati la locomotiva dell’umanità.  

E a questo punto, ossessiva, scatta la solita domanda: perché? Perché, se l’Italia fa vendere, a guadagnarci devono essere sempre gli altri? Perché i miti del passato italiano affascinano gli scrittori e i registi stranieri, ma non i nostri?  

Al di là delle letture dantesche di Benigni, che sono un’eccezione magnifica ma non esportabile, perché l’Inferno ispira romanzi a Dan Brown e non a Sandro Veronesi (cito lui in quanto bravo e pure toscano), tantomeno al sottoscritto che al massimo potrebbe narrare le imprese di Pulici e Cavour? Perché i telefilm sui Borgia li fanno gli anglosassoni e non un pronipote di Machiavelli? Perché le gesta del Gladiatore sono state narrate da Ridley Scott e non dall’epico Tornatore? Persino lo scrittore-archeologo Valerio Massimo Manfredi, nonostante qualche incursione sporadica nella romanità, preferisce mettere al centro delle proprie saghe i greci Alessandro e Ulisse. Se la tomba dell’eroe di Russell Crowe, scoperta tre anni fa lungo la Flaminia, si trasformerà in un’attrattiva turistica sarà per merito delle associazioni straniere che stanno raccogliendo i fondi necessari al restauro, nel disinteresse impotente del ministero della Cultura, che in Italia dovrebbe contare quanto quello del petrolio in Arabia Saudita, mentre l’opinione comune lo considera una poltrona di serie B.  

Ma questo rifiuto pervicace di dare al mondo l’immagine dell’Italia che piace al mondo non riguarda solo gli artisti e i politici. Investe tutti noi. Un bravo psicanalista ci troverebbe materiale per i suoi studi. Sul lettino si dovrebbe sdraiare una nazione intera che si rifiuta orgogliosamente di essere come la vogliono gli altri e desidera invece con tutte le sue forze conformarsi al modello globale, condannandosi alla marginalità. Per quale ragione il passato che affascina e stimola la curiosità e l’ammirazione di turisti cinesi e best-selleristi americani ci risuona così pigro e indifferente? Perché rifiutiamo di essere il gigantesco museo a cielo aperto, arricchito da ristoranti e negozi a tema, che il mondo vorrebbe che fossimo? Forse è presbiopia esistenziale.  

L’antica Roma e il Rinascimento, incanti da esplorare per chi vive al di là dell’Oceano, per noi che ci abitiamo in mezzo si riducono a scenari scontati: le piazze del Bernini sono garage e il Colosseo uno spartitraffico. O è la scuola che, facendone oggetto di studio anziché di svago, ci ha reso noioso ciò che dovrebbe essere glorioso. Ma forse la presbiopia e la scuola c’entrano relativamente: siamo noi che, per una sorta di imbarazzo difficile da spiegare, ci ostiniamo a fuggire dai cliché - sole, ruderi, arte e buona tavola – a cui il mondo vuole inchiodarci per poterci amare e invidiare. 

L’Italia capitale universale della bellezza e del piacere è l’unico Paese che può scampare al destino periferico che attende, dopo duemila anni di protagonismo, la stanca Europa. Ma per farlo dovrebbe finalmente accettare di essere la memoria di se stessa. Serve una riconversione psicologica, premessa di quella industriale. Serve un sogno antico e grande, mentre qui si continua a parlare soltanto di spread.  

Tratto da: http://www.lastampa.it/2013/01/17/cultura/opinioni/buongiorno/la-bella-italia-che-non-seduce-gli-italiani-v1UAS0VOdG3cDboci2XESM/pagina.html

lunedì 14 gennaio 2013

Guerrillero Heroico




Guerrillero Heroico è il nome di una celebre fotografia che ritrae Ernesto "Che" Guevara, scattata il 5 marzo 1960 a L'Avana dal fotografo cubano Alberto Díaz Gutiérrez, meglio noto come Alberto Korda.


Il 4 marzo 1960 due grosse deflagrazioni nel porto di L'Avana avevano provocato l'esplosione della nave mercantile francese La Coubre. Il carico della nave era composto da un arsenale di munizioni provenienti dal Belgio: l'arrivo di tale carico aveva ricevuto una forte opposizione da parte degli Stati Uniti, e per tale ragione Fidel Castro accusò la CIA della responsabilità dell'attentato[1].
I morti nell'esplosione furono ottantuno, e i feriti duecento. Il giorno successivo Fidel Castro decise di organizzare una cerimonia di commemorazione delle vittime, alla quale prese parte Che Guevara, all'epoca Ministro dell'Industria del governo cubano. Korda era presente in qualità di fotografo personale di Fidel Castro.
Korda usò una Leica M2 con lenti di 90 mm e con pellicola Kodak Plus-X, che ospitava già fotogrammi di Jean-Paul SartreSimone de Beauvoir e Fidel Castro, tutti presenti alla cerimonia. Korda riuscì a scattare due fotografie al comandante Guevara, la prima in orizzontale e la seconda in verticale. Disse il fotografo: «L'ho guardato attraverso la Leica e ho scattato due foto: una orizzontale, mentre stava chiudendo la zip del giubbotto; una verticale, più bella.»[2]
Nel primo scatto Che Guevara venne ritratto nel mezzo tra alcune foglie di palma ed il giornalista argentino Jorge Ricardo Masetti Blanco (di origini bolognesi, noto anche come Comandante Segundo: fu fondatore e primo direttore di Prensa Latina a Cuba, poi desaparecido in Argentina nel 1964). Successivamente, nel corso del processo di stampa della foto, lo stesso Korda decise di isolare la figura del "Che" tramite una operazione di cropping, e di pubblicare solamente il primo piano del rivoluzionario argentino.

La fotografia rimase praticamente semisconosciuta per i successivi sette anni. Nel giugno 1967 l'editore milanese Giangiacomo Feltrinelli si recò a L'Avana, di ritorno dalla Bolivia: fu proprio a Cuba che incontrò Alberto Korda, con il quale si fermò nel suo studio a parlare del "Che"[3]. Il fotografo gli regalò due copie della sua foto, senza volere alcun compenso.
Tornato in Italia, Feltrinelli scelse proprio il ritratto del "Che" realizzato da Korda come copertina del Diario in Bolivia di Ernesto Guevara. Decise anche di stampare numerosi poster con la stessa immagine, tappezzando Milano dopo la morte del comandante[3].
Lo scatto di Korda da allora è divenuto una delle fotografie più celebri e più riprodotte della storia. Diffusa dapprima in ambito politico e successivamente nel circuito artistico, nel corso degli anni l'immagine è stata reinterpretata e riprodotta nei più vari settori: designmodacinemapubblicità[4].
Nonostante questo, il suo autore non ha mai reclamato i diritti né ha ricevuto alcun compenso[2], a differenza dell'editore Feltrinelli. Egli stesso ha dichiarato: «Ma io lo perdono [Giangiacomo Feltrinelli], perché così facendo mi ha reso famoso»[5].
Nel 2000 Korda intraprese una battaglia legale contro l'azienda russa Smirnoff, rea di aver utilizzato la foto del Che per pubblicizzare la propria vodka. La vicenda si è conclusa con un accordo extra-giudiziale, che ha comportato l'esborso di 50.000 dollari da parte dell'azienda e che il fotografo ha utilizzato per l'acquisto di medicinali in favore dei bambini cubani[6].

tratto da: http://it.wikipedia.org

domenica 13 gennaio 2013

Torino - Siena 3-2 * Il Pagellone


Gillet 6.5
  D'Ambrosio 6 Di Cesare 6 Rodriguez 6 Caceres 5.5
Brighi 6 Basha 6.5
Cirsa 6  Bianchi 6.5 Sansone 6 Cerci 6.5

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Accadde Oggi...

1854 – La fisarmonica viene brevettata da Anthony Faas

1898 – Émile Zola pubblica il J'accuse in difesa di Alfred Dreyfus

1928 – Si incomincia a costruire la Linea Maginot

1930 – Viene pubblicata la prima striscia di Topolino

2012 – La nave da crociera Costa Concordia urta degli scogli a 500 metri dal porto dell'Isola del Giglio, provocando uno squarcio di 70 metri nello scafo e causando 30 morti, 80 feriti e 2 dispersi, con la conseguenza dell'evacuazione totale delle 4229 persone a bordo della nave tra equipaggio e passeggeri.


Tratto da: http://it.wikipedia.org

venerdì 11 gennaio 2013

Kurt Cobain: un film su di lui nel 2014, 20 anni dopo la sua morte


Sette anni fa ci provò Gus Van Sant, anche se non ufficialmente, a ripercorrere le ultime ore di vita di Kurt Cobain con The Last Days. Morto il 5 aprile del 1994, il celebre cantante dei Nirvana tornerà al cinema con un vero e proprio biopic, da celebrare per il ventennale della morte, con l'ex moglie Courtney Love in cabina di produzione.
Come tutti sanno, Cobain venne trovato morto da un elettricista della Veca Electric, nella serra presso il garage nella sua casa sul Lago Washington. Un fucile a pompa, comprato per Cobain da Dylan Carlson (frontman degli Earth e amico di quest'ultimo), venne trovato vicino al corpo del defunto. L'autopsia successivamente confermò che la morte di Cobain fu causata da un "colpo di fucile autoinflitto alla testa". Il rapporto disse anche che il cantante era morto con tutta probabilità il 5 aprile del 1994.
Nella lettera di suicidio trovata subito dopo la morte, Cobain citò una canzone di Neil Young, Hey Hey, My My (Into the Black), utilizzando queste precise parole: 'È meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente'. E così fece, a soli 27 anni. Diretto da Brett Morgen, il film potrà prendere spunto dal vastissimo materiale sulla vita e la carriera di Kurt Cobain messo a disposizione dalla moglie Courtney Love.
Kurt è una contraddizione. Può essere sincero e sentimentale, ma anche ironico e sarcastico. Kurt era dolce e acido. Era anche incredibilmente divertente e il film vuole riflettere tutto ciò”. “Una cosa che poche persone sanno, è che Kurt era un incredibile artista visuale: ha lasciato un tesoro in fumetti, dipinti, pellicole super8 e altro ancora. Speriamo che il film su Cobain possa diventare il ’The Wall’ di questa generazione” .
Queste le parole di Morgen, per un titolo finalmente ad un passo dalla produzione, ma ancora in cerca del 'suo' Kurt. Perché ancora aleggia nell'aria il quesito fondamentale, ovvero: a chi fare interpretare il leader dei Nirvana?


Tratto da: http://it.cinema.yahoo.com/blog/multisala/kurt-cobain-film-su-di-lui-2014-084919172.html

giovedì 10 gennaio 2013

Michael J Fox protagonista di una serie tv sul morbo di Parkinson


Sono passati ventidue anni da quando Michael J Fox, allora all'apice della sua carriera, si vide diagnosticare il morbo di Parkinson, una malattia che cambiò radicalmente la sua vita: oggi, grazie a un farmaco in grado di tenere sotto controllo i sintomi, l'attore torna in tv con un ruolo da protagonista in una serie comica che si basa proprio sulla sua esperienza. Nella comedy in onda il prossimo autunno sulla Nbc, Fox interpreta un giornalista che, costretto a lasciare il lavoro in seguito alla diagnosi del Parkinson, torna sulle scene grazie a una nuova terapia.
Padre di tre figli, il protagonista della serie - ancora senza nome - vive e lavora a New York, e affronta la vita e la sua malattia con una forte dose di irriverenza, atteggiamento comune anche a Fox, diventato "oggetto di pietosa ammirazione" per la sua battaglia contro il Parkinson: "E' uno show per famiglie, il protagonista gestisce i rapporti di lavoro e quelli personali così come il suo status di personaggio pubblico, cosa che si avvicina molto alla realtà -  - ha spiegato Jennifer Salke, presidente della Nbc - Ovunque vada, riceve standing ovation e pacche sulle spalle, viene messo su un piedistallo dal resto del mondo, ma in realtà è una persona normale, che si sente frustrata e si arrabbia all'idea di rimanere seduto a casa a non fare nulla". 

Ancora ignoti i nomi di chi affiancherà Fox sul set, ma proprio in questi giorni l'attore dovrebbe incontrare alcune attrici che potrebbero ricoprire il ruolo della moglie del protagonista. Resta infatti poco tempo per le riprese, tenendo conto del fatto che la messa in onda è prevista per settembre, data che rientra nel piano di rilancio della Nbc per il 2013: la serie andrà probabilmente a occupare il posto del fortunato - e longevo -  '30 Rock', il cui ultimo episodio andrà in onda a gennaio, e di 'The Office', che terminerà in primavera.
Si tratta di un vero e proprio ritorno alla recitazione per Fox : dopo il successo di film come 'Ritorno al futuro' e 'Vittime di guerra', l'attore ha dovuto diradare notevolmente i propri impegni lavorativi a causa del Parkinson, arrivando a ritirarsi nel 2000 per l'aggravarsi della malattia. Da allora, Fox si è limitato a qualche cameo in serie tv come 'Scrubs', 'Rescue me' e 'The Good Wife', portando avanti parallelamente iniziative in favore della ricerca scientifica.

Tratto da: http://it.tv.yahoo.com/blog/tv-star/michael-j-fox-protagonista-serie-tv-morbo-parkinson-111550169.html

Accadde Oggi...

49 a.C. - Giulio Cesare attraversa il Rubicone, fiume oggi in provincia di Forlì che allora segnava il confine oltre il quale un generale romano non poteva portare le armi, atto che segnala l'inizio della guerra civile

1863 – La prima sezione della Metropolitana di Londra viene aperta (da Paddington a Farringdon Street)

1994 – Lorena Bobbitt viene processata per aver tagliato il pene del marito John

Tratto da : http://it.wikipedia.org

lunedì 7 gennaio 2013

Pandoro con crema al mascarpone e cioccolato


Ingredienti:
un pandoro da 750 gr (medio)
3 tuorli
2 albumi
4 cucchiai di zucchero
300 gr di mascarpone
50 gr di gocce di cioccolato
un’arancia
Preparazione: Innanzitutto preparare la crema al mascarpone, quindi in una ciotola montare leggermente i tuorli con lo zucchero, dopo di che aggiungere il mascarpone e farlo amalgamare ai tuorli con l’aiuto delle fruste elettriche. Ora montare i bianchi a neve ferma ed incorporarli al composto mescolando dal basso verso l’alto, aggiungere anche le gocce di cioccolato mescolando sempre delicatamente, e la crema al mascarpone è pronta. Ricavare il succo da un’arancia e tagliare il pandoro a fette orizzontali, quindi bagnare il primo disco con un pò di succo d’arancia, metterci abbondante crema e continuare gli strati così fino a che non finiscono gli ingredienti.Spolverare  infine con lo zucchero a velo (quello nella confezione del pandoro) la superficie del pandoro e metterlo in frigo per circa 2 ore. Tirare fuori dal frigo il pandoro con crema al mascarpone e cioccolato almeno 5 minuti prima di servirlo!

sabato 5 gennaio 2013

Catania - Torino 0-0 * Il Pagellone


Gillet 6
  Darmian 6 Glick 6 Rodriguez 6.5 Masiello 6
Gazzi 6 Basha 6
Vives 5.5  Bianchi 5.5 Meggiorini 5.5 Cerci 6

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Birsa 6
Sansone 6
Verdi S.V.


giovedì 3 gennaio 2013

Cinguettio tecnico


Alla notizia che, dopo il Papa, persino Mario Monti e sua sorella Agenda si erano messi a scrivere su twitter - la sera di Natale, poi, quando le persone serie un tempo giocavano a tombola - mi sono sentito tanto solo. Anche noi pochi, noi felici pochi, che non sappiamo cosa sia twitter e, se anche lo sappiamo, diamo troppa importanza alla parola scritta per farne oggetto di una conversazione. Ecco, anche noi sentiamo il bisogno di comunicare sinteticamente agli altri la nostra visione del mondo.  

Così ho pensato di convocare Barbara D’Urso per rilasciarle un’intervista di un’ora e mezza senza contraddittorio. Mi hanno spiegato che si trattava di un’idea superata e che comunque era già venuta in mente a qualcun altro. Allora mi sono chiuso in un silenzio gravido di pensieri cupi. Ci aspettano mesi di forsennati cinguettii. Monti twitterà le tabelle del Fondo Monetario, Bersani ritwitterà le metafore di Crozza, Alfano twitt-negherà che Agenda Monti sia la nipote di Mubarak e Grillo blog-maledirà chiunque non la pensi come il suo auricolare Casaleggio. Intanto un imbonitore giunto alla sesta replica si asserraglierà negli studi tv per scongelare promesse stantie agli anziani come lui che non usano twitter. 

Ai pensieri sulle elezioni se ne associavano altri più egoistici. Che ne sarà del mio mestiere, se passa l’idea che ci si può rivolgere al mondo saltando il filtro del giornalista? Quale autorità rimane a un sacerdote, quando il fedele non lo considera più un intermediario fra sé e Dio (che in questo caso è l’opinione pubblica)? Vuoi vedere che per raccontare la vita ci toccherà spegnere il telefono e tornare in strada a raccattare storie?  

Tratto da : http://www.lastampa.it/2012/12/27/cultura/opinioni/buongiorno/cinguettio-tecnico-UJLUnQs01qHviZP65b8LdN/pagina.html

mercoledì 2 gennaio 2013

Accadde Oggi...

1870 – Inizia la costruzione del ponte di Brooklyn

1872 – Brigham Young viene arrestato per poligamia (25 mogli)

1971 – 66 persone muoiono nella ressa a Glasgow (Scozia), durante l'incontro di calcio tra Rangers e Celtic (disastro dell'Ibrox)

Tratto da... http://it.wikipedia.org/wiki/2_gennaio