Al terzo posto, l'Istituto Leoni individua una proposta di legge per regolamentare l'uso dei termini «cuoio», «pelli», «pellicce» da utilizzare nell'abbigliamento commercializzato. Naturalmente una legge c'è già, è del 1966. Ma il senatore Cosimo Izzo (Pdl) ha ritenuto di dover tornare sull'argomento per adeguare l'uso delle parole al mercato. A tutela del consumatore, ovviamente. Questione di lana caprina. Ma solo in parte. Perché nella proposta si legge anche: «Affinché un prodotto sia denominabile con i termini di «pelle», «pelliccia» o «cuoio» non potrà più essere sufficiente il rispetto del mero requisito cosiddetto «sostanziale» o «organico» di cui agli articoli 1 e 2 della citata legge n. 1112 del 1966, ma dovranno anche essere rispettati i requisiti giuridici, per i quali il prodotto in questione non sia stato fabbricato e messo in commercio con modalità lesive dell'ambiente, della salute dei consumatori e dei diritti dei lavoratori». Encomiabile. Magari la si potrebbe estendere a questioni un po' più generali, però.
La medaglia d'argento per la proposta più assurda va alla proposta di legge contenente «Disposizioni per la tutela e la promozione del gelato tradizionale italiano» (C.4683). La relazione in aula è iniziata così, con un ispirato Gaetano Nastri (Pdl): «Onorevoli Colleghi! — La diffusione del gelato in epoca moderna in Europa e nel «nuovo mondo» è strettamente intrecciata alle vicende della gastronomia italiana, all'inventiva di alcuni connazionali e alle tradizioni che ne sono derivate». E via di filippica per istituire il gelato tradizionale italiano.
Al primo posto dell'elenco troviamo un ex aequo per due proposte di leggi: la prima per modificare l'articolo 131 della Costituzione, per istituire il Principato di Salerno, su spinta dell'Onorevole Edmondo Cirielli (Pdl). La seconda per Istituire anche la Regione Romagna e la Regione Salento: una frammentazione di cui si sente davvero il bisogno, secondo Adriana Poli Bortone (CN-Io Sud) che, al Senato, fra i firmatari trova anche una senatrice del Pd.
Perché all'appello delle proposte per leggi assurde non manca davvero nessuno.
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