Immediata la reazione del deputato: "Capisco che allo stato un taglio fatto così sarebbe insostenibile, pari ai due terzi dei fondi dati ai gruppi, ma noi miriamo ad un riequilibrio del Bilancio della Camera, che dovrebbe diminuire il 'cash' assegnato ai gruppi e ai deputati, aumentando invece la quota dei servizi e dei pagamenti diretti per i contratti del personale. Il che porterebbe non solo maggiori risparmi ma anche una moralizzazione delle spese, che diverrebbero più trasparenti e controllabili". In altre parole, il denaro che viene elargito ora finisce direttamente nelle casse dei partiti, che vengono poi distribuiti secondo le esigenze e le contingente. La proposta di Vassallo prevedeva invece di finalizzare quei soldi direttamente in contratti del personale e in quote di servizio. Un modo semplice per rendicontare e controllare i fondi.
Cosa ha portato la Camera a ritirare tutti gli emendamenti? Troppi interessi o altre motivazioni? La variazione del regolamento è stato votato praticamente all'unanimità: è passato con 479 sì, un no (Franco Barbato di Idv) e nove astensioni (i radicali oltre a qualche altro deputato). Pare che per i deputati rinunciare ai finanziamenti sia impossibile: piuttosto un revisore esterno che controlli i bilanci, ma i tagli no.
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