martedì 7 ottobre 2014
venerdì 19 settembre 2014
lunedì 8 settembre 2014
martedì 12 agosto 2014
giovedì 7 agosto 2014
I prossimi seminari all' Università La Sapienza
LA SAPIENZA CONVOCA AMANDA KNOX PER "LE REGOLE DELLA CONVIVENZA
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LA SAPIENZA CONVOCA L'ORTOLANO DI ARCORE PER IL SEMINARIO "IL GIUSTO PREZZO DEI FAGIOLINI". INTERVIENE FRANCESCA PASCALE
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LA SAPIENZA CONVOCA VITTORIO SGARBI PER UN SEMINARIO SULLA GESTIONE DELLA RABBIA.
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LA SAPIENZA CONVOCA CORONA PER IL CORSO "LEGGE SULLA PRIVACY"
Un milione di dollari a puntata per i nerd di «Big Bang Theory»
Un assegno da un milione di dollari a puntata. Del resto se il tuo programma fa 20 milioni di spettatori e genera introiti per 1 miliardo di dollari forse la cifra è congrua. Gli attori della sitcom americana più popolare — The Big Bang Theory — diventano anche quelli della sitcom più pagata. Così Jim Parsons (41 anni), Johnny Galecki (39) e Kaley Cuoco (28) hanno praticamente triplicato la loro parcella — venivano pagati 350 mila dollari a puntata — e si mettono in cima alla lista degli attori tv con l’ingaggio a episodio più alto (in euro fa 750 mila). Hanno battuto pure il record dei protagonisti di Friends — la sitcom che per certi versi ricorda le atmosfere diThe Big Bang Theory — che avevano ottenuto un assegno da un milione a testa.
La differenza è ora che, oltre alla quota fissa (le prossime tre stagioni prevedono 72 episodi, il totale si fa in fretta), c’è anche una percentuale sui ricavi dal merchandising del marchio (gadget, dvd, magliette, tazze...): prima del nuovo contratto la percentuale a loro destinata era dello 0,25 per cento, ora è salita all’1.25 per cento. Un accordo complessivo che per i prossimi tre anni farà guadagnare ai tre una cifra tra i 90 e i 100 milioni di dollari. Gli altri due attori del cast principale invece — Simon Helberg (33) e Kunal Nayyar (33) — intascheranno 800 mila dollari, una cifra che salirà fino al milione nel corso delle prossime tre stagioni (da subito scatta però lo stesso trattamento economico per i diritti di merchandising). Possono così finalmente partire le riprese dell’ottava stagione di Big Bang Theory che racconta la storia di quattro nerd tanto geniali (sono quattro scienziati) quanto sociopatici (il tempo libero lo passano tra fumetti, videogame e tv). Chiaro che anche a donne non stanno messi benissimo. Fino all’arrivo della nuova vicina di casa che sogna di fare l’attrice e ha un’irresistibile attrazione per tutto ciò che è superficiale (ovviamente la ragazza è bionda). In Italia le nuove puntate saranno trasmesse a gennaio da Joi, il canale pay di Mediaset Premium (in chiaro invece la serie va in onda su Italia 1).
Tratto da: http://www.corriere.it/spettacoli/14_agosto_05/milione-dollari-puntata-nerd-big-bang-theory-2204eb80-1cbb-11e4-af0c-e165f39759ba.shtml
La differenza è ora che, oltre alla quota fissa (le prossime tre stagioni prevedono 72 episodi, il totale si fa in fretta), c’è anche una percentuale sui ricavi dal merchandising del marchio (gadget, dvd, magliette, tazze...): prima del nuovo contratto la percentuale a loro destinata era dello 0,25 per cento, ora è salita all’1.25 per cento. Un accordo complessivo che per i prossimi tre anni farà guadagnare ai tre una cifra tra i 90 e i 100 milioni di dollari. Gli altri due attori del cast principale invece — Simon Helberg (33) e Kunal Nayyar (33) — intascheranno 800 mila dollari, una cifra che salirà fino al milione nel corso delle prossime tre stagioni (da subito scatta però lo stesso trattamento economico per i diritti di merchandising). Possono così finalmente partire le riprese dell’ottava stagione di Big Bang Theory che racconta la storia di quattro nerd tanto geniali (sono quattro scienziati) quanto sociopatici (il tempo libero lo passano tra fumetti, videogame e tv). Chiaro che anche a donne non stanno messi benissimo. Fino all’arrivo della nuova vicina di casa che sogna di fare l’attrice e ha un’irresistibile attrazione per tutto ciò che è superficiale (ovviamente la ragazza è bionda). In Italia le nuove puntate saranno trasmesse a gennaio da Joi, il canale pay di Mediaset Premium (in chiaro invece la serie va in onda su Italia 1).
Tratto da: http://www.corriere.it/spettacoli/14_agosto_05/milione-dollari-puntata-nerd-big-bang-theory-2204eb80-1cbb-11e4-af0c-e165f39759ba.shtml
Abuelas de Plaza de Mayo (Ritrovato nipote dopo 36 anni)
FILIPPO FIORINI
BUENOS AIRES
Lo hanno cercato per 36 anni, ma non sono riusciti a trovarlo finché lui non ha deciso di risolvere il dubbio che gli ronzava in testa da sempre, ed è andato a farsi un test del dna per conoscere le sue vere origini: il nipote di Estela De Carlotto, la fondatrice delle Nonne di Plaza de Mayo, è appena stato ritrovato. Il regime militare del generale Jorge Videla, lo strappò dal grembo di sua madre cinque ore dopo il parto, il 26 giugno del ’78, mentre questa era prigioniera politica, e lo diede in adozione clandestina alla famiglia che lo ha cresciuto fino ad oggi e che ora va incontro a pesanti carichi penali.
«È bellissimo, ha i lineamenti dei Carlotto ed è un musicista come suo cugino», ha detto in un’accorata conferenza stampa Estela, circondata dalle altre anziane signore con cui ha portato avanti una ricerca che, per il gruppo, è inziata nel 1977. Per questo, quello di oggi è certamente un fatto storico: da allora le Abuelas de Plaza de Mayo hanno infatti ritrovato 113 dei figli di desaparecidos che i militari distribuivano segretamente a famiglie di loro fiancheggiatori, ma non avevano mai avuto notizie significative del discendente diretto della loro presidente.
Il nipote che Estela ha sempre chiamato Guido, perché sua figlia Laura le scrisse dal carcere che avrebbe voluto battezzarlo così, come si chiamava suo padre, fu registrato all’anagrafe come Ignacio Hurban, fa il pianista, ed è cresciuto in una famiglia di quella che la Carlotto ha definito «gente di campagna» nella località di Olavarria, circa 350 km a sud di Buenos Aires. Poche ore fa, ha ricevuto una telefonata in cui è stato messo al corrente della sua vera origine, ed ha accettato di incontrarsi con la nonna biologica, che per ora l’ha visto solo in foto.
Tuttavia, mentre nella sede di Abuelas in centro a Buenos Aires si festeggia quella che dal loro punto di vista è certamente una bella notizia, il diretto interessato ha chiesto un po’ di tempo per riflettere, e, sebbene sembra che sia stato contento di conoscere la sua propria identità, non è affatto scontato che decida ora di rinunciare al cognome adottivo e di rompere i rapporti con la famiglia che l’ha cresciuto. Molti tra coloro che sono passati per situazioni analoghe alla sua, infatti, non hanno poi ripudiato i genitori abusivi, che pure si sono resi complici (in alcuni sporadici casi in maniera incoscia) di un crimine, quale il rapimento e l’adozione clandestina di un bambino.
Per Estela de Carlotto, che oggi ha 84 anni ed ha confessato che «non voleva morire senza abbracciare Guido», è il coronamento di una vita spesa nella resistenza civile al potere dei militari che governarono l’Argentina tra il 1976 e l’83. Una vita che l’ha portata al cospetto di due Papi, e anche ad essere più volte nominata, insieme alle altre Abuelas, al Premio Nobel per la Pace. La sua famiglia fu colpita molto duramente dal potere politico dell’epoca. Oltre alla figlia, anche il marito Guido fu arrestato dalle squadre di para-polizia e poi liberato in seguito al pagamento di un riscatto.
In quanto a Laura, morì sotto i ferri dei suoi torturatori nel centro di detenzione clandestino in cui era stata tradotta in quanto militante della sinistra peronista. Poi, adottando una prassi anomala, i militari restituirono le spoglie a sua insistente madre. Per questo, non fa parte dei 30 mila desaparecidos (letterlamente “scomparsi”) che, non senza dibattiti, la storiografia attribuisce alla repressione del governo di Videla e gli altri generali.
Tratto da: http://www.lastampa.it/2014/08/05/esteri/argentina-la-leader-delle-nonne-di-plaza-de-mayo-ritrova-il-nipote-dopo-anni-siwNwTdQa9tBQx3Wf7igdP/pagina.html
lunedì 4 agosto 2014
venerdì 18 luglio 2014
mercoledì 16 luglio 2014
martedì 8 luglio 2014
Ragazzo Fortunato
Era proprio bello essere Faletti. La sua apparizione sul pianeta Terra si è rivelata talmente intensa da farci quasi dimenticare quanto sia stata breve. Sapeva cantare, scrivere, comporre, dipingere, recitare. Sapeva persino cucinare: meglio di un concorrente di Masterchef, altroché. Sapeva farci ridere e farci piangere, duplice impresa riservata alle anime elette.
La vita gli aveva dato tutto, tranne una salute di ferro e il plauso delle facce di bronzo: quell’aristocrazia culturale che per principio disprezza chiunque osi farsi capire dalle persone comuni. Giorgio non si dava mai arie e in certi ambienti di questo strano Paese il talento viene riconosciuto solo a patto che si associ alla spocchia. O alla bara. Adesso, c’è da scommetterci, le sue macchiette di «Drive In» assurgeranno a classici e un produttore si deciderà finalmente a girare il film di «Io uccido», il miglior thriller italiano degli ultimi vent’anni.
Sì, era proprio bello essere Faletti. Oltre alle miniere di creatività per cui siamo qui a ricordarlo, la vita gli aveva concesso il gioiello più prezioso. Una moglie formidabile, che è stata al suo fianco fino all’ultimo minuto dell’ultimo giorno e lo accudirà nella memoria per sempre. Prima di chiudere gli occhi e partire per la sua trionfale tournée in un mondo meno «cano» di questo, Giorgio le ha preso una mano e se l’è appoggiata sul cuore. Chi di noi non si augurerebbe una simile uscita di scena?
Tratto da: http://www.lastampa.it/2014/07/05/cultura/opinioni/buongiorno/ragazzo-fortunato-W43Qsu3tnqlCpq3ICMbgIO/pagina.html
venerdì 4 luglio 2014
giovedì 3 luglio 2014
mercoledì 25 giugno 2014
martedì 24 giugno 2014
giovedì 19 giugno 2014
domenica 15 giugno 2014
sabato 14 giugno 2014
venerdì 13 giugno 2014
Il Mitra
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venerdì 30 maggio 2014
Toro da Esportazione
Cerci, rincorsa, tiro, gol. Il Toro invade l’Europa con il rigore più lento del mondo: undici giorni ha impiegato, quel dannato pallone, per svenire dentro la porta della Fiorentina. Undici giorni di rimorsi e di ricorsi, finché il rigore - quello vero - ha prevalso persino in un Paese refrattario alle regole. Niente Europa League per il Parma sesto in classifica, che ha pagato le tasse in ritardo. Beati i settimi e, incredibile, i settimi siamo proprio noi.
Prima reazione dubitativa-lamentosa: non mi fido. Il Parma può ancora appellarsi al Tas, al Tar, alla Tac, alla Tasi e alla fine dei giochi, come sempre, gli dei invidiosi del calcio ci sfileranno la gioia dal cuore. Seconda reazione superghista-talebana: non è da noi vincere fuori dal campo e sulle disgrazie altrui, di sicuro capitan Valentino avrebbe storto la bocca e passato la mano, lasciando l’effimera gloria europea al Milan ottavo in classifica. Terza reazione pragmatica-liberatoria: ma quale Milan, in Europa andiamoci noi. E senza sensi di colpa. Ci dispiace per i giocatori e i tifosi del Parma, ma non dipende dal Toro se i loro dirigenti hanno combinato un pasticcio contabile.
La sentenza dell’Alta Corte del Coni, il cui presidente Frattini diventa da oggi il mio candidato ufficiale alla presidenza della Repubblica, riconsegna al Toro ciò che gli spettava: a parità di errori e orrori arbitrali saremmo finiti comodamente quinti, davanti anche all’Inter.
E ora che si fa? Mica andremo veramente in Europa? Era solo un modo di dire, giusto? Mi ero appena ripromesso di prendermi un po’ di vacanza, limitandomi a quelle nove o dieci incursioni quotidiane sui siti di calciomercato, e invece eccomi già a compulsare il calendario (si comincia il 31 luglio) e le rivali che hanno nomi talvolta sconosciuti ma sempre spaventosi. Il Toro va in Europa e le lacrime di Cerci (e le nostre) evaporano in un sorriso per l’ennesima gioia complicata della nostra storia, scritta da un romanziere di genio ma indubbiamente avvezzo agli alcolici. Il Toro va in Europa e ci va pure Immobile, purtroppo non con il Toro. Ha scelto i soldi dei tedeschi e ora la strategia della Merkel risulta finalmente chiara: ha massacrato l’economia italiana a colpi di spread al solo scopo di poterci sfilare il capocannoniere. Auguro al bene Immobile di ripetere le gesta di altri illustri fuggiaschi come Ogbonna e D’Ambrosio, che da quando hanno lasciato la bottega di mastro Ventura hanno perso il posto in squadra e in nazionale. Ma oggi neanche Ciro il Germanico ha il potere di sporcarmi l’umore, improntato a uno stato di sobria esultanza. Tradotto: bandiera alla finestra, ma niente carosello per le strade a clacson spiegato. Per quanto, qualche colpettino...
tratto da : http://www.lastampa.it/2014/05/30/cultura/opinioni/buongiorno/toro-da-esportazione-3W2cSiVws4a5w1QHOn7CQK/pagina.html
giovedì 29 maggio 2014
lunedì 26 maggio 2014
mercoledì 21 maggio 2014
mercoledì 9 aprile 2014
martedì 1 aprile 2014
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