Un gruppo di uomini e` nello spogliatoio di un club di golf.
Un cellulare su una panca squilla e uno dei membri del club risponde attivando il vivavoce.
Tutti gli altri si fermano ad ascoltare.
LUI: "Pronto?"
LEI: "Tesoro, sono io. Sei al club?"
LUI: "Si."
LEI: "Sono al centro commerciale e ho trovato una giacca di pelle carinissima a soli 1000 euro. Sei d`accordo se la prendo?"
LUI: "Certo, comprala se proprio ti piace tanto."
LEI: "Sono passata prima all`autosalone della Mercedes e il gestore mi
ha mostrato la collezione del 2009. C`e` un modello che mi piace
veramente..."
LUI: "Quanto?"
LEI: "90.000 ?."
LUI: "OK, ma per quel prezzo voglio anche tutti gli optionals."
LEI:"Fantastico! Ah, e ancora una cosa... la casa che volevo l`anno scorso e` di nuovo in vendita. Chiedono 950.000 ?."
LUI: "Va bene, fagli un`offerta di 900.000. Probabilmente accetteranno.
Altrimenti gli daremo gli altri 50.000, per quel prezzo mi pare un
bell`affare."
LEI: "OK. Ci vediamo piu` tardi! Ti amo da impazzire!!"
LUI: "Ciao, anch`io ti amo tanto."
L`uomo riattacca.
Gli altri lo fissano increduli, senza parole.
A questo punto lui sorride e chiede: "Qualcuno sa di chi e` questo cellulare?!?!?
lunedì 25 marzo 2013
giovedì 21 marzo 2013
lunedì 18 marzo 2013
Torino - Lazio 1-0 * Il Pagellone
Gillet 6
D'Ambrosio 7 Glik 6.5 Rodriguez 6 Darmian 6
Brighi 7 Gazzi 6.5
Cerci 6.5 Barreto 5.5 Meggiorini 5.5 Santana 6
Subentrati:
Bianchi 6
Birsa 6
Jonathas 6.5
Reti:
Jonathas
Assist:
Cerci
venerdì 15 marzo 2013
Conclave 1 - Parlamento 0
Possibile che un centinaio di anziani preti abbiano intercettato in pochi giorni il desiderio di cambiamento che i politici italiani si rifiutano da anni di vedere? Da quando papa Francesco è apparso al balcone, con quella faccia da «santo subito» che i primi gesti si sono incaricati di confermare, le persone normali non smettono di porsi questa domanda.
Chi crede nello Spirito Santo ha la risposta pronta. Gli altri arrancano, ma il buon senso giunge loro in soccorso. Suggerendo che ai cardinali giunti a Roma per l’elezione del successore di Ratzinger sia bastato annusare l’aria di Curia per capire che con un altro pontefice intellettuale si sarebbe rischiato il tracollo. Sesso, soldi, segreti, ricatti, il Vaticano precipitato in un brutto romanzo di Dan Brown. Per risollevare l’umore dei fedeli e la reputazione della ditta non serviva tanto un cesellatore di encicliche, quanto un uomo di cuore. Meglio se provvisto di mano ferma e di una certa energia vitale, per non prendere troppi raffreddori in quelle stanze piene di spifferi.
Tratteggiato l’identikit del momento, hanno individuato la persona giusta e l’hanno votata. Tra alti e bassi, si comportano allo stesso modo da circa duemila anni: è una delle ragioni della loro durata.
E qui scatta il paragone deprimente. Perché mentre le cronache del Conclave raccontano di un Bergoglio che va a saldare il conto dell’albergo la mattina dopo essere diventato papa, quelle della politica insinuano una possibile candidatura alla presidenza del Senato della signora Finocchiaro, di cui solo gli estimatori strettissimi ricordano pensieri e parole, mentre alle folle furibonde che poi votano Grillo il suo nome riporta piuttosto alla mente una fotografia che la ritrae all’Ikea con la scorta intenta a trascinarle il carrello della spesa.
Intendiamoci. Alzi la mano, o uno scaffale di truciolato, chi osa mettere in dubbio che Finocchiaro sia una persona meravigliosa e una politica eccellente. Però appartiene ad altra epoca storica. E non per età, ma per anzianità di servizio e di linguaggio: incomprensibile senza traduttore automatico. Possibile che, persino dopo la scoppola elettorale, fra i dirigenti di lungo corso di quel partito nemmeno uno sia stato attraversato dal sospetto che in tempi di sommossa sociale contro la Casta certi nomi abbiano sullo stomaco dei cittadini lo stesso effetto di una peperonata a colazione?
Non che dalle parti del Pdl i cervelli sfrigolino meglio. Ieri il collegio cardinalizio della libertà era riunito a conclave nella suite ospedaliera di Polifemo Berlusconi. Fra i porporati più attivi si segnalava Cicchitto, lo stesso Cicchitto su cui già quarant’anni fa si espresse definitivamente Montanelli con uno dei suoi formidabili controcorrente: «A chi ieri gli chiedeva perché avesse fondato una nuova corrente del Psi, l’onorevole Cicchitto ha risposto: “Devo pur vivere anch’io”. Non ne vediamo il motivo».
Non serve possedere l’intuito di un cardinale di Santa Romana Chiesa. Ai protagonisti della Seconda Repubblica al crepuscolo basterebbe un giro al mercato (senza scorta) per capire che il loro tempo in politica è finito. Almeno per ora. I vecchi democristiani - cardinali in sedicesimo - sapevano quando era il momento di inabissarsi, di mandare avanti le seconde linee per poi ricomparire al successivo cambio di stagione. Oppure per dedicarsi ad altro, applicando su se stessi quel principio di riconversione esistenziale che oggi la politica auspica soltanto per i cassintegrati. Costretti, e con molti meno mezzi, a reinventarsi la vita a cinquant’anni. Ma i nuovi notabili non hanno il fiuto dei cardinali né l’udito dei democristiani. A furia di credere che la campana suoni sempre per qualcun altro, non si accorgono che è suonata per loro.
tratto da: http://www.lastampa.it/2013/03/15/cultura/opinioni/buongiorno/conclave-parlamento-hSyV4thzaqq0gmB4cqshDJ/pagina.html
giovedì 14 marzo 2013
Papa Francesco
Papa Francesco (in latino Franciscus, nato Jorge Mario Bergoglio IPA: [ˈxorxe ˈmaɾjo βerˈɣoɣljo]; Buenos Aires, 17 dicembre 1936) è dal 13 marzo 2013 il 266º vescovo di Roma e papa dellaChiesa cattolica, 8º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d'Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice.
Di nazionalità argentina e appartenente alla congregazione religiosa della Compagnia di Gesù, è il primo pontefice di questo ordine religioso eletto al soglio di Pietro, nonché il primo proveniente dalcontinente americano. È il primo papa dopo undici secoli ad adottare un nome nuovo, mai utilizzato da un predecessore, dai tempi di papa Lando (se si esclude Giovanni Paolo I, il quale unì i nomi dei suoi due immediati predecessori Giovanni XXIII e Paolo VI).
Nato in una famiglia di origini italiane, specificamente piemontesi (il bisnonno Giovanni Angelo era nato in località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro), è il quarto dei cinque figli di Mario, funzionario delle ferrovie salpato nel 1928 dal porto di Genova per cercare fortuna a Buenos Aires, e di Regina Maria Sivori, una casalinga con sangue piemontese e genovese.
All'età di 21 anni, a causa di una grave polmonite, gli viene asportata la parte superiore del polmone destro. A quell'epoca, infatti, malattie polmonari come infezioni fungine o polmoniti erano curate chirurgicamente per la scarsità di antibiotici. Per questo fatto i vaticanisti lo esclusero dalla lista dei papabili durante il conclave della sua elezione, nella convinzione che il successore di Ratzinger dovesse essere giovane ed energico.
Laureato in chimica all'Università di Buenos Aires, ha avuto anche una fidanzata, prima di intraprendere la vita ecclesiastica, in base a quanto dichiarato dallo stesso. Apprezza il vino Grignolino che si produce nel territorio da dove provengono i suoi nonni e sa parlare il dialetto piemontese. Ha ballato in gioventù il tango e il suo film preferito è Il pranzo di Babette.
È tifoso e socio con la tessera n. 88.235 dal 12 marzo 2008 del club argentino di calcio del San Lorenzo de Almagro che milita in Primera División e che , dopo l'elezione ha inviato una lettera di felicitazioni a papa Francesco.
Decide di entrare nel seminario di Villa Devoto e l'11 marzo 1958 comincia il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires in seguito, per laurearsi in filosofianel 1960. Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires.
Decide di entrare nel seminario di Villa Devoto e l'11 marzo 1958 comincia il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires in seguito, per laurearsi in filosofianel 1960. Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires.
Riceve l'ordinazione presbiterale il 13 dicembre 1969 per l'imposizione delle mani dell'arcivescovo di Córdoba Ramón José Castellano.
Dopo altre esperienze di insegnamento e la nomina a superiore provinciale dell'Argentina (dal 31 luglio 1973 al 1979 è rettore della Facoltà di teologia e filosofia a San Miguel. Nel 1979 partecipa al vertice della Celam (Consiglio Episcopale Latinoamericano) a Puebla ed è fra coloro che si oppongono decisamente alla teologia della liberazione, sostenendo la necessità che il continente latino-americano faccia i conti con la propria tradizione culturale e religiosa. Nel 1986 si reca in Germania per il completamento del dottorato. Ritornato in patria diventa direttore spirituale e confessore della chiesa della Compagnia di Gesù di Córdoba.
È considerato uno dei candidati più in vista per l'elezione a pontefice nel conclave del 2005; secondo la ricostruzione del conclave raccolta dal vaticanista Lucio Brunelli sulla base del diario di un cardinale elettore, Bergoglio fu il cardinale più votato dopo Ratzinger. Pur se tradizionalmente il presule aveva sempre rifiutato incarichi di un certo peso nella curia romana, anche i cardinali che votarono per Carlo Maria Martini puntavano sul porporato argentino, che poteva contare sui voti di quasi tutti i cardinali provenienti dall'America latina.
Al secondo scrutinio i voti per Ratzinger aumentano rispetto al primo, ma anche Bergoglio ottiene un numero di preferenze non trascurabile: i sostenitori di Bergoglio miravano a fargli ottenere 40 voti. Al terzo scrutinio a Ratzinger mancano pochissimi voti per essere eletto: diversi cardinali del blocco di Bergoglio, allo scrutinio successivo, si arrendono e danno a Ratzinger i voti che gli mancavano per l'elezione.
La sera del 13 marzo 2013, al quinto scrutinio, è eletto papa assumendo il nome di Francesco in onore di san Francesco d'Assisi.
« Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca. »
Nel suo primo discorso nelle vesti di vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, dopo aver salutato affettuosamente la folla con un cordiale e semplice "buonasera", chiede di pregare per il papa emerito, Benedetto XVI, recitando insieme a tutti i fedeli la preghiera del Padre Nostro, dell'Ave Maria e del Gloria al Padre. In seguito ricorda lo stretto legame tra il papa e la Chiesa di Roma «che presiede nella carità tutte le Chiese» con un riferimento implicito alle parole introduttive della lettera ai Romani di Ignazio di Antiochia. Ha poi chiesto ai fedeli di pregare anche per lui, sottolineando questo momento chinando il capo e rimanendo in silenzio per qualche istante; impartisce poi la benedizione Urbi et Orbi. Dopodiché, prima di congedarsi, ha nuovamente salutato i fedeli in piazza San Pietro, ringraziandoli per la loro accoglienza.
Ha impartito la benedizione senza l'abito corale, preparato nella sacrestia della cappella Sistina dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie Guido Marini e previsto per l'occasione, ma indossando solo l'abito piano e la croce pettorale che utilizzava da vescovo. Solo al momento della benedizione il nuovo pontefice ha indossato la stola, che poi ha subito tolto. Il 14 marzo padre Federico Lombardi, in un briefing con la stampa accreditata, ha raccontato che il neo pontefice subito dopo l'elezione, nel ricevere l'omaggio di tutti i cardinali nella cappella Sistina, ha preferito stare in piedi piuttosto che utilizzare il tronetto a disposizione
L'Argentina è stata governata dal 1976 al 1983 da una regime dittatoriale e questo ha aperto un dibattito sui rapporti che Bergoglio (che, all'epoca, era Provinciale dei Gesuiti argentini) ha intrattenuto con i governanti in quegli anni. Sebbene si sia adoperato per salvare persone dalle torture, egli fu accusato dall'avvocato Marcello Parrilli di avere avuto responsabilità in relazione al rapimento, nel 1976, di due suoi sacerdoti gesuiti ostili al regime, Orlando Yorio e Francisco Jalics. Le accuse, tuttavia, sono in seguito cadute. A livello giornalistico, l'ipotesi viene ancora dibattuta. In relazione a questa vicenda, Bergoglio ha testimoniato di aver incontrato Emilio Massera e Jorge Videla con l'obiettivo di ottenere la liberazione dei due religiosi.
Nel 2011 Bergoglio è stato chiamato a testimoniare anche in relazione al cosiddetto "robo de bebés" ("furto di bambini"), ovvero la pratica di sequestrare e occultare l'identità dei figli dei desaparecidos, attuata sistematicamente durante la dittatura.
Pérez Esquivel, che ha vinto il premio Nobel per la Pace per le denunce contro gli abusi della dittatura militare, ha difeso Bergoglio dalle accuse di complicità. Anche il presidente dell'Associazione 24 marzo, Jorge Ithurburu, ha preso posizione smentendo le ipotesi di collusione del nuovo papa con il regime. Perplessità, invece, sono arrivate dall'attivista argentina Estela de Carlotto, presidente dell'associazione Nonne di Plaza de Mayo.
Bergoglio ha avuto modo di esprimere la sua posizione sull'omosessualità e ribadire l'insegnamento della Chiesa Cattolica in materia di pratiche omosessuali ritenendole intrisecamente immorali. L'allora cardinale, accanto alla condanna del comportamento, ha anche sottolineato l'importanza di mantenere il rispetto per le persone omosessuali. Nel 2010, in occasione della nuova normativa sostenuta dal governo argentino, volta a dare equivalenza legale tra il matrimonio eterosessuale e quello tra partner omosessuali, l'arcivescovo di Buenos Aires si è opposto fermamente al progetto, definendo la legge "una mossa del diavolo" e affermando che era in gioco l'identità e la sopravvivenza della stessa famiglia, composta da padre, madre e figli. In una lettera alle Suore Carmelitane di Buenos Aires Bergoglio scrisse:
« Il popolo argentino si troverà ad affrontare nelle prossime settimane, una situazione il cui esito può ferire gravemente la famiglia (...) il disegno di legge sul matrimonio per le persone dello stesso sesso. È in gioco l'identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. La posta in gioco è la vita di tanti bambini discriminati in anticipo poiché privati della crescita umana che Dio ha voluto essere data da un padre e da una madre. La posta in gioco è un rifiuto esplicito della legge di Dio, incisa nei nostri cuori. » |
Come strascico delle tensioni tra Bergoglio e la Casa Rosada a seguito delle critiche sulla legge sul matrimonio fra persone dello stesso sesso, secondo alcuni quotidiani, il presidente argentino della Camera dei deputati, Julián Domínguez ed i deputati del suo blocco (Partito Giustizialista e Fronte per la Vittoria) si sono rifiutati di interrompere una cerimonia di commemorazione tenutasi in Parlamento per l'ex presidente venezuelano Hugo Chavez per salutare l'elezione del nuovo Papa.
Negli anni settanta nel Sudamerica si ebbe un dibattito acceso sulla cosiddetta “teologia della liberazione”: Bergoglio non condivise le aperture di diversi membri importanti del suo ordine e assunse una posizione più moderata.
Tratto da: http://it.wikipedia.org
mercoledì 13 marzo 2013
domenica 10 marzo 2013
Parma - Torino 4-1 * Il Pagellone
Gillet 6
D'Ambrosio 6 Glik 5.5 Ogbonna 5.5 Masiello 4
Brighi 5.5 Gazzi 5.5
Birsa 6 Bianchi 5.5 Vives 5.5 Santana 5.5
Subentrati:
Rodriguez 5
Barreto 5
Stevanovic 5
venerdì 8 marzo 2013
La festa dell'8 Marzo
Il pomeriggio del 25 marzo 1911, un incendio che iniziò all'ottavo piano della Shirtwaist Company uccise 146 operai di entrambi i sessi. La maggioranza di essi erano giovani donne italiane o ebree dell’Europa orientale. Poiché la fabbrica occupava gli ultimi tre piani di un palazzo di dieci piani, 62 delle vittime morirono nel tentativo disperato di salvarsi lanciandosi dalle finestre dello stabile non essendoci altra via d'uscita.
I proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, che al momento dell'incendio si trovavano al decimo piano e che tenevano chiuse a chiave le operaie per paura che rubassero o facessero troppe pause, si misero in salvo e lasciarono morire le donne. Il processo che seguì li assolse e l’assicurazione pagò loro 445 dollari per ogni operaia morta: il risarcimento alle famiglie fu di 75 dollari.
Migliaia di persone presero parte ai funerali delle Operaie
Altre versioni su: http://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_Internazionale_della_Donna
I proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, che al momento dell'incendio si trovavano al decimo piano e che tenevano chiuse a chiave le operaie per paura che rubassero o facessero troppe pause, si misero in salvo e lasciarono morire le donne. Il processo che seguì li assolse e l’assicurazione pagò loro 445 dollari per ogni operaia morta: il risarcimento alle famiglie fu di 75 dollari.
Migliaia di persone presero parte ai funerali delle Operaie
Altre versioni su: http://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_Internazionale_della_Donna
giovedì 7 marzo 2013
martedì 5 marzo 2013
1878, il primo Conclave "italiano"
Il primo conclave dell’Italia unita fu convocato alla morte del papa Pio IX, avvenuta a Roma il 7 febbraio 1878. Alcuni cardinali, come l'arcivescovo di Westminster Henry Edward Manning, proposero di svolgere il conclave fuori da Roma e addirittura fuori dall’Italia, considerata un territorio ostile alla Chiesa cattolica. Tuttavia il conclave fu convocato nella Cappella Sistina in Vaticano; si svolse in soli due giorni, dal 19 al 20 febbraio, durante i quali furono effettuati tre scrutini effettuati dai sessantaquattro cardinali convenuti.
Il periodo storico era particolarmente delicato e i cardinali si trovarono a dover affrontare numerosi problemi legati al contesto politico del neonato Regno dell’Italia unificata.
Anzitutto, vi erano due fazioni schierate, l’una a favore dell’elezione di un papa che continuasse la linea adottata da Pio IX, che aveva rifiutato di riconoscere il Regno e non aveva accettato la legge delle guarentigie; l’altra era invece su posizioni più liberali, a favore del fatto che il nuovo papa potesse lavorare per la riconciliazione nazionale, ricomponendo la frattura Stato/Chiesa.
Da un punto di vista più strettamente religioso si era concluso da anni il Concilio Vaticano I, aperto nel 1868 e interrotto subito dopo la presa di Roma nel luglio del 1870, e le divisioni interne della Chiesa a seguito della proclamazione del dogma dell'infallibilità papale sancito in materia di fede e di morale agitavano la vita delle istituzioni ecclesiastiche.
È chiaro che, in questo clima, discussioni e conflitti si erano trasferiti nel conclave, ma furono come condensati e superati dalla fretta di avere un nuovo pontefice.
Nel giro di due giorni fu eletto papa il cardinale Vincenzo Gioacchino Pecci che assunse il nome di Leone XIII. Nominato camerlengo alla morte del cardinale Antonelli, la sua fama di prelato esperto ed equilibrato gli valse l'elezione al trono pontificio. Spirito colto, sensibile, meditativo egli alternò fasi di irrigidimento conservatore a fasi di politica aperta alle esigenze moderne e innovatrici. In un'allocuzione concistoriale del marzo 1878, Leone ribadì le ragioni della Santa Sede, ma con un tono meno aspro di quello del suo predecessore, tanto che parve aprirsi la possibilità di una qualche conciliazione con il Regno.
Questa fu tuttavia subito compromessa dall'atteggiamento anticlericale delle forze politiche di governo; Leone XIII, confidando sull’opinione pubblica cattolica internazionale, cercò di tenere viva la questione romana e, nel biennio 1880-82, tentò di ottenere, mediante l'appoggio delle potenze straniere, una restaurazione del potere temporale; ma la manovra fallì, poiché la stipulazione della Triplice Alleanza mise al sicuro l’Italia anche da possibili iniziative ostili da parte dell’Austria. D’altronde erano migliorati anche i rapporti con la Germania dove Bismarck, per motivi di politica interna, aveva parzialmente mitigato la sua politica anticattolica.
Le speranze di conciliazione dunque svanirono per una ripresa di anticlericalismo e vari indirizzi di laicizzazione della vita interna italiana e per tutti gli anni successivi Leone XIII non riuscì a ottenere un miglioramento dei rapporti della Chiesa con l’Italia.
Tratto da: http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/conclave-22893/
domenica 3 marzo 2013
Torino - Palermo 0-0 * Il Pagellone
Gillet S.V.
Darmian 6 Glik 6.5 Rodriguez 6.5 Masiello 6
Brighi 6 Gazzi 6
Cerci 6 Bianchi 6.5 Barreto 5 Vives 6
Subentrati:
Santana 6
Meggiorini 5.5
D'ambrosio S.V.
venerdì 1 marzo 2013
I grandi vecchi
In questi giorni burrascosi ma intrisi finalmente di energia giovane
si stagliano come lame di luce i gesti di due anziani. Il primo lo
compirà stasera Joseph Ratzinger. L’hobbit del Signore degli Anelli. Con
le sue dimissioni rammenta - temo invano - ai mestatori di Curia
ubriachi di potere che il vero eroe non è chi conquista un tesoro, ma
chi trova il coraggio di gettarlo via. Il secondo gesto lo ha compiuto
ieri Napolitano, rifiutandosi di incontrare il capo tedesco della
sinistra, la sua stessa parte politica, che aveva definito «clown»
Grillo e Berlusconi, dando per estensione dei pagliacci ai milioni di
italiani che li hanno appena votati. Ignoro cosa pensi in cuor suo
Napolitano di Grillo e Berlusconi, anche se posso immaginarlo. Ma col
suo scatto ha voluto difendere qualcosa di più grande, la dignità di un
Paese. Un valore ignoto a tanti suoi compatrioti addestrati da millenni
di invasioni a tenere curva la schiena. Mio padre, che se fosse vivo gli
sarebbe coetaneo, avrebbe fatto la stessa cosa.
La rottamazione che in tanti invochiamo non chiede la carta di identità. Anziani come Ratzinger, come Napolitano, come l’esercito di nonni che tiene in piedi le famiglie squassate dalla crisi sono figure insostituibili di un presepe sociale sano. Non è contro di loro che è montata la rabbia popolare, ma contro chi ha sempre solo parlato, promesso, auspicato e mai fatto. La vita è un film muto. Contano i gesti, non i fiati. Gli sguardi stanchi ma fieri di un Papa e di un Presidente a fine carriera non hanno bisogno di troppe spiegazioni. Si impongono con la forza dirompente dell’esempio che dona loro quell’autorevolezza senza la quale si vanifica qualsiasi autorità.
Tratto da: http://www.lastampa.it/2013/02/28/cultura/opinioni/buongiorno/i-grandi-vecchi-2Uk0GYtPhnbzk8Vtqd9iDO/pagina.html
La rottamazione che in tanti invochiamo non chiede la carta di identità. Anziani come Ratzinger, come Napolitano, come l’esercito di nonni che tiene in piedi le famiglie squassate dalla crisi sono figure insostituibili di un presepe sociale sano. Non è contro di loro che è montata la rabbia popolare, ma contro chi ha sempre solo parlato, promesso, auspicato e mai fatto. La vita è un film muto. Contano i gesti, non i fiati. Gli sguardi stanchi ma fieri di un Papa e di un Presidente a fine carriera non hanno bisogno di troppe spiegazioni. Si impongono con la forza dirompente dell’esempio che dona loro quell’autorevolezza senza la quale si vanifica qualsiasi autorità.
Tratto da: http://www.lastampa.it/2013/02/28/cultura/opinioni/buongiorno/i-grandi-vecchi-2Uk0GYtPhnbzk8Vtqd9iDO/pagina.html
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