Sloggiati a forza dalle calette proibite della Maddalena, i possidenti di megayacht reagiscono con accenti che mescolano lo stupore all’arroganza, minacciando di non tornare mai più in Sardegna. Sono oligarchi russi, principi tedeschi, evasori italiani. Vorrei li accompagnasse il mio personale augurio di buon viaggio. Vadano a inquinare le coste croate, francesi o lillipuziane: qui da qualche tempo si cerca di diventare un Paese povero ma serio. È il risvolto ironico di questa estate deprimente. Finché eravamo la patria dei finti divieti e degli scontrini fantasma, il mondo degli ultraricchi ci frequentava disprezzandoci. Adesso che cominciamo a pretendere il rispetto delle regole, i moralisti di ieri si indignano per l’inaudito capovolgimento del luogo comune che ci vuole accomodanti e servili. E usano l’unica arma a loro disposizione, i soldi. Così ogni slancio di pulizia viene sottoposto al ricatto economico, che purtroppo la crisi rende particolarmente efficace.
In effetti avremmo potuto scegliere un momento più propizio per redimerci, ma abbiamo accumulato ritardi ventennali e, come tutti i ritardatari, ci tocca fare i compiti all’ultimo minuto. Siamo a metà del guado: non abbiamo più i vantaggi che garantiva l’illegalità e non intravediamo ancora quelli che verranno dall’onestà. Ora, delle due l’una. O torniamo indietro e ci perdiamo per sempre. Oppure andiamo avanti, fino a quando cominceremo ad assomigliare a quello che da sempre dovremmo essere: un paradiso da contemplare e non da usare.
Tratto da: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=1239
martedì 28 agosto 2012
domenica 26 agosto 2012
Siena - Torino 0-0 Il Pagellone
Gillet 6
Darmian 6 Glick 6.5 Ogbonna 6 Masiello 5
Gazzi 6 Brighi 6.5
Vives 6.5
Stevanovic 5.5 Bianchi 6 Meggiorini 5.5
Subentrati:
Santana 6
Basha S.V.
D'Ambrosio S.V
Polemiche tra Ristoratori e Pro Loco
Riporto in parte quanto scritto su: http://www.atnews.it/leggi-notizia/argomenti/attualita-1/articolo/le-pro-loco-devono-tornare-ai-valori-veri-e-non-fare-concorrenza-ai-ristoranti.html?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter#.UDsgeQPonqw.facebook
Una posizione netta, confermata da Massimo Macchia, presidente di Agriturist Asti di Confagricoltura, che chiarisce: «Siamo solidali con i ristoratori astigiani che da tempo denunciano una commistione niente affatto virtuosa tra le Pro loco e la ristorazione tout-court. Un fatto è certo, un tempo questi sodalizi mettevano in campo uno, massimo due eventi annuali. Oggi si arriva anche a uno al mese. Oltretutto con prezzi più che concorrenziali e l’aiuto di volontari che certo hanno costi inferiori al personale assunto. È chiaro che il settore della ristorazione professionale ne risente. Crediamo sia il caso di pensare ad una regolamentazione del settore».
Gli fa eco Fiorella Riminato, coordinatrice di Agriturist Piemonte di Confagricoltura: «I segnali di sofferenza dei ristoratori professionisti sono chiari e condivisibili. Le Pro loco devono ripensare al loro ruolo primitivo che è quello di promuovere il territorio attraverso eventi e manifestazioni che non possono ridursi sempre e comunque a grandi mangiate a basso costo, con menù quando va bene a base di piatti tipici e quando va male con wurstel e crauti che con il Piemonte proprio non hanno nulla a che fare. Un richiamo alla tipicità che estendo anche ai nostri associati: come Agriturist di Confagricoltura siamo distanti da quegli operatori agrituristici che tradiscono i dettami dell’etica professionale che impone l’uso di prodotti del territorio autoprodotti. Il resto sono sbavature che non hanno nulla a che fare con l’agriturismo vero. Ed è chiaro che la bandiera della ristorazione deve restare ai professionisti».
Nella polemica sempre più accesa che da tempo contrappone ristoratori professionisti astigiani e Pro loco si inserisce così anche Agriturist l’associazione che, in provincia di Asti e in Piemonte, fa capo a Confagricoltura e che raggruppa gli operatori del settore dell’agriturismo.
Dall’associazione arriva un avvertimento, senza se e senza ma, a chi gestisce le Pro loco che secondo l’organizzazione: “devono tornare ai valori veri del volontariato a favore della promozione e valorizzazione del territorio e non garantire meramente reddito ai propri sodalizi, devono rinunciare alla tentazione di fare concorrenza ai professionisti della ristorazione e dell’accoglienza e attenersi strettamente alle tipicità agroalimentari dell’area dove si opera mettendo da parte mode e contaminazioni.”
Dall’associazione arriva un avvertimento, senza se e senza ma, a chi gestisce le Pro loco che secondo l’organizzazione: “devono tornare ai valori veri del volontariato a favore della promozione e valorizzazione del territorio e non garantire meramente reddito ai propri sodalizi, devono rinunciare alla tentazione di fare concorrenza ai professionisti della ristorazione e dell’accoglienza e attenersi strettamente alle tipicità agroalimentari dell’area dove si opera mettendo da parte mode e contaminazioni.”
Una posizione netta, confermata da Massimo Macchia, presidente di Agriturist Asti di Confagricoltura, che chiarisce: «Siamo solidali con i ristoratori astigiani che da tempo denunciano una commistione niente affatto virtuosa tra le Pro loco e la ristorazione tout-court. Un fatto è certo, un tempo questi sodalizi mettevano in campo uno, massimo due eventi annuali. Oggi si arriva anche a uno al mese. Oltretutto con prezzi più che concorrenziali e l’aiuto di volontari che certo hanno costi inferiori al personale assunto. È chiaro che il settore della ristorazione professionale ne risente. Crediamo sia il caso di pensare ad una regolamentazione del settore».
Gli fa eco Fiorella Riminato, coordinatrice di Agriturist Piemonte di Confagricoltura: «I segnali di sofferenza dei ristoratori professionisti sono chiari e condivisibili. Le Pro loco devono ripensare al loro ruolo primitivo che è quello di promuovere il territorio attraverso eventi e manifestazioni che non possono ridursi sempre e comunque a grandi mangiate a basso costo, con menù quando va bene a base di piatti tipici e quando va male con wurstel e crauti che con il Piemonte proprio non hanno nulla a che fare. Un richiamo alla tipicità che estendo anche ai nostri associati: come Agriturist di Confagricoltura siamo distanti da quegli operatori agrituristici che tradiscono i dettami dell’etica professionale che impone l’uso di prodotti del territorio autoprodotti. Il resto sono sbavature che non hanno nulla a che fare con l’agriturismo vero. Ed è chiaro che la bandiera della ristorazione deve restare ai professionisti».
E' vergognoso quanto sopra dichiarato.
Criticare l'operato delle Pro Loco e non fare il Mea Culpa è solo uno scaricabarile per non trovare soluzioni per uscire dalla crisi.
Se dobbiamo parlare di valori, vorrei proprio sapere che valori hanno i ristoratori ad avere prezzi così salati in un periodo così difficile, inutile poi parlare dei grandi valori che hanno contraddistinto i ristoratori nell'evasione fiscale che ha permesso al nostro paese, tra le altre cose, di arrivare in questa situazione.
I locali nell'astigiano crescono come funghi, e questo è un altro motivo per cui è sterile e infantile questa protesta, sempre che non vengano aperti per altri motivi... ma non voglio pensare male...
Forse la gente non sa che le pro loco denunciano TUTTO e pagano le tasse su TUTTO quello che incassano.
Riguardo all'intervento su " promozione e valorizzazione del territorio" , quello che più mi ha divertito, vorrei proprio sapere dove troverebbe i fondi l'Agriturist per finanziare gli eventi, forse dalle sponsorizzazioni dei ristoranti?
Se Asti richiama gente dal Piemonte e dal Bel Paese, lo si deve al Palio e alle Sagre, che impegnano entrambi il lavoro "volontario" di numerose persone, se i ristoratori non sanno sfruttare questo, è un loro problema.
Asti è una splendida città, è ora che sfrutti questa sua bellezza per richiamare turismo, unendo le forze dei vari enti e non limitarsi a polemiche del tutto deleterie e non costruttive.
mercoledì 1 agosto 2012
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